Nato a Berlino il 4 luglio del 1895.
Dopo la sua nascita si trasferisce vicino Firenze con la madre Anna Paolina Luisa Ihlenfeld (il vero nome di Massimo Campigli infatti è Max Ihlenfeld).
Nel 1899 Anna Paolina Luisa Ihlenfeld si sposa con Giuseppe Bennet e si trasferiscono in piazza Beccaria a Firenze e nel 1909 a Milano.
Nel 1914 Max inizia a lavorare presso il Corriere della Sera e si avvicina alla corrente futurista. Nello stesso anno, con lo pseudonimo di Massimo Campigli, pubblica un saggio intitolato “Parole in libertà”.
Con l’ingresso dell’Italia in guerra si arruola come volontario nell’esercito italiano e nel 1916 viene fatto prigioniero a Vienna da cui riesce a fuggire. Dopo la sua fuga attraversa l’Ungheria, la Moldavia, l’Ucraina e a giugno del 1917 arriva a Mosca per poi spostarsi a Londra. Nel 1918 riesce a tornare in Italia, a Milano, dove riprende il suo lavoro presso il Corriere della Sera.
Nel 1919 si reca a Parigi per lavoro come corrispondente e si appassiona alla pittura.
Nel 1921 espone il suo dipinto “L’arrotino” al Salon d’Automme e nel 1923 fa la sua prima esposizione a Roma.
Tra il 1925 e il 1927 espone le sue opere a Parigi, Milano, Zurigo, Dresda, Amburgo e Amsterdam.
Nel 1928 Torna in Italia e dopo aver visitato il Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma e affascinato dagli affreschi modifica le sue tecniche avvicinandosi appunto agli affreschi.
Nel corso degli anni continua ad esporre le sue opere nelle principali città e nel 1949 si trasferisce con tutta la sua famiglia a Parigi, dove espone le proprie opere alla “Galerie de France” e a giugno espone sei dipinti al MOMA di New York.
Nel 1950 è presente alla Biennale di Venezia ed espone a Parigi, Londra, Manchester e Boston.
Nel mese di giugno 1958 espone a Copenaghen e poi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, mentre la Civica Galleria d’Arte Moderna di Torino gli organizza nel 1959 una mostra personale.
Negli anni ’60 espone le sue opere anche a Tokyo, Osaka, Parigi, Roma e Milano.
Muore il 31 maggio del 1971 a Saint-Tropez a causa di un attacco cardiaco.